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Gargonza e il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi

Gargonza e il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi

Luglio e agosto sono i mesi più caldi dove si è sempre alla ricerca di refrigerio, pace e tranquillità.
Perché non concedersi un’esplorazione nella natura del parco nazionale e delle sue bellezze naturalistiche tra le foreste Casentinesi?

Le origini del nome Casentino

Ma partiamo dalle basi, perché si dice Casentino? Il Casentino: una valle “chiusa” ricca di storia e mistero

Per molti secoli, il Casentino è stato soprannominato “Valle Chiusa”, soprattutto dai viaggiatori stranieri. Questo appellativo, che evoca immagini di isolamento e riservatezza, non è casuale. Come in ogni valle montana o isola, gli abitanti del Casentino hanno sviluppato un carattere fiero e indipendente, frutto di una vita legata ai ritmi della natura e alla difesa del proprio territorio.

Le origini del nome “Casentino” sono ancora avvolte nel mistero. Fonti medievali suggeriscono che il termine si applicasse in origine a un’area più ampia, chiamata “Montagna Fiorentina”, che comprendeva la Val di Sieve, Vallombrosa e parte del Pratomagno. Questa ipotesi è supportata dalla presenza dei “Casuentini”, una tribù ligure stanziata ai confini del territorio aretino. Un documento del 1207 attesta inoltre che le pievi di Pelago, Pomino e Tòsina erano situate “in agro Casentino”, confermando l’ampiezza originaria della regione.

Casentino: un territorio ricco di fascino

Nonostante la sua reputazione di “valle chiusa“, il Casentino vanta un fascino irresistibile. Immersa in un paesaggio incontaminato di boschi, montagne e fiumi, la valle custodisce un patrimonio storico e artistico di inestimabile valore. Dai borghi medievali arroccati sulle colline ai monasteri eremitici, dai santuari silenziosi alle pievi romaniche, il Casentino offre un viaggio emozionante attraverso i secoli.

Se siete alla ricerca di un luogo autentico e fuori dai sentieri battuti, il Casentino è la destinazione ideale.

Lasciatevi conquistare dalla sua bellezza selvaggia, dalla sua storia millenaria e dalla calorosa accoglienza dei suoi abitanti. Il Casentino vi aspetta a braccia aperte, pronto a svelarvi i suoi segreti e a conquistarvi per sempre.

Che animali ci sono nel parco nazionale delle foreste casentinesi?

Il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi vanta una ricchezza faunistica straordinaria, con oltre 1000 specie registrate, tra cui diverse di grande interesse scientifico.

  • Mammiferi: tra i protagonisti indiscussi troviamo i grandi ungulati: Cervo, Daino, Capriolo, Cinghiale e Muflone. Ma il vero re del Parco è il Lupo, il più grande predatore presente in Italia.
  • Uccelli: gli amanti del birdwatching potranno ammirare circa 100 specie nidificanti, tra cui il Rampichino alpestre, il Ciuffolotto, la Sterpazzolina, lo Zigolo nero, l’Allocco, le Cincie, i Picchi e molti altri. Tra i rapaci, spiccano il Falco pecchiaiolo, il Lodolaio, lo Sparviere e l’Astore. A quote più elevate regnano l’Aquila reale, il Gufo reale e il Falco pellegrino.
  • Anfibi e Rettili: Sono presenti 12 specie di anfibi, tra cui la rara Salamandrina di Savi, il Tritone alpestre, la Salamandra pezzata e il Geotritons italiano. Tra i rettili, troviamo 11 specie, tra cui la Vipera, il Colubro d’Esculapio, il Biacco, il Colubro liscio, il Colubro di Riccioli, la Natrice dal collare e la Biscia tassellata.

Un ecosistema da tutelare: la straordinaria varietà faunistica del Parco è resa possibile dalla presenza di una varietà di habitat: foreste, fiumi, torrenti, prati, rocce.
La tutela di questi ambienti è fondamentale per garantire la sopravvivenza delle numerose specie che popolano il Parco.

Un’esperienza indimenticabile: Visitare il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi significa immergersi in un ambiente incontaminato e ricco di vita. Un’esperienza indimenticabile per gli amanti della natura e per tutti coloro che desiderano scoprire la bellezza e la fragilità degli ecosistemi montani.

Che alberi ci sono nelle foreste casentinesi?

Oltre 5.000 ettari di Foreste Casentinesi e l’incontaminata foresta che abbraccia il Santuario Francescano della Verna si stendono come un manto verdeggiante sul territorio. Un regno vegetale che custodisce gelosamente tesori botanici di inestimabile valore.

Faggi, aceri, frassini, olmi, tigli, ornielli, ma anche rari tassi e agrifogli: la varietà arborea è sconfinata. Non mancano ostrieti dominati dal Carpino nero, boschi di Querce a Cerro e Roverella, castagneti secolari (soprattutto a Camaldoli e Castagno d’Andrea) e rigogliosi rimboschimenti di Pino nero.

Tra i protagonisti di questo spettacolo naturale spicca la rara Cerro-sughera, mentre su pendii caldi e rocciosi si ergono, come sentinelle silenziose, alcuni esemplari di Leccio.

Ma il vero trionfo è quello della flora erbacea: oltre 1000 specie censite, di cui solo 48 sono alberi e arbusti. Un tripudio di colori e forme che raggiunge il suo apice nel massiccio del M.Falco-Falterona. Prati, radure, rupi e cenge erbose custodiscono gelosamente la memoria di migliaia di anni di evoluzione naturale.

Un paradiso per gli amanti della natura, un luogo dove perdersi tra i sentieri incontaminati e immergersi nella bellezza selvaggia di un territorio unico al mondo.

Come raggiungere il parco delle foreste casentinesi?

Se vi trovate già in Toscana, il Parco è raggiungibile in treno dalle stazioni di Bibbiena, Poppi, Pratovecchio e Stia nel versante Casentinese e dalla Stazione di Pontassieve e Contea-Londa nel versante Mugellano.
Se siete ospiti al Castello di Gargonza è una piacevole tappa a circa un’ora e mezza di distanza di auto.

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